Cresce la paura della scabbia, sempre più persone scelgono l’isolamento domestico

Negli ultimi anni si è assistito a un costante aumento dei casi di scabbia, una patologia cutanea provocata da un acaro parassita che scatena un prurito intenso e può generare estese lesioni sulla pelle. La trasmissione della malattia avviene prevalentemente tramite il contatto diretto con persone già infette. L’espansione dei contagi sta inducendo molte persone a scegliere l’isolamento domestico volontario per evitare la diffusione dell’infezione.

L’aumento dei casi di scabbia

I dati più recenti evidenziano una crescita allarmante dei casi di scabbia in diverse aree del territorio italiano. In Piemonte, ad esempio, nel corso del 2023 sono stati notificati oltre 2.000 casi, con un incremento che ha raggiunto il doppio rispetto all’anno precedente. Anche nel Lazio si è registrato un aumento marcato, con una crescita del 170% dei casi tra il 2022 e il 2023.

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L’aumento dei contagi è attribuibile a molteplici fattori, tra cui la maggiore mobilità delle persone, la frequente permanenza in ambienti chiusi e affollati, e la crescente resistenza dell’acaro responsabile della scabbia ai trattamenti tradizionali. Sebbene l’acaro sia diffuso in tutto il mondo occidentale, le sue origini risalgono ai Paesi tropicali e la sua diffusione segue i flussi migratori e gli spostamenti delle persone.

Le strutture sanitarie hanno rilevato un incremento dei casi soprattutto tra bambini e adolescenti, probabilmente perché la vita comunitaria favorisce la trasmissione dell’acaro. Un trend simile si osserva anche tra gli anziani over 80, in particolare tra coloro che risiedono in strutture come le RSA, dove la convivenza ravvicinata facilita il contagio.

Sintomi e modalità di trasmissione

La scabbia si manifesta principalmente con un prurito molto intenso, che tende ad accentuarsi durante le ore notturne. Questo sintomo è provocato dalla reazione del sistema immunitario all’acaro e ai suoi prodotti di scarto. Le lesioni cutanee tipiche sono dovute all’attività dell’acaro sulla pelle, che predilige aree come gli spazi tra le dita, i polsi, i gomiti e la zona inguinale.

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La trasmissione della scabbia avviene soprattutto attraverso un contatto diretto, stretto e prolungato con la pelle di una persona infetta. Sebbene più raramente, il contagio può avvenire anche tramite indumenti, biancheria o oggetti contaminati. La scabbia può colpire individui di qualsiasi età e condizione sociale.

La malattia si diffonde più facilmente in ambienti sovraffollati come scuole, case di riposo e carceri. Il periodo di incubazione varia da due a sei settimane, durante le quali la persona infetta può trasmettere la malattia anche in assenza di sintomi evidenti. Questo rende la scabbia particolarmente insidiosa, poiché il contagio può avvenire inconsapevolmente.

L’isolamento sociale

Oltre alle conseguenze dirette sulla salute, la scabbia può avere un impatto significativo anche sul piano psicologico e sociale, compromettendo la qualità della vita di chi ne è affetto. Il prurito persistente e le lesioni cutanee possono generare disagio, ansia e stress, influendo negativamente sul benessere generale della persona.

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Il timore di contrarre o trasmettere la scabbia spinge molte persone a limitare i contatti sociali e a ridurre le attività quotidiane, scegliendo spesso di restare in casa. Questo isolamento può essere aggravato dallo stigma sociale che ancora circonda la scabbia, erroneamente associata a scarsa igiene personale, e può generare sentimenti di vergogna e senso di colpa.

Questi sentimenti possono portare le persone a chiudersi ulteriormente in se stesse e a rimandare la richiesta di assistenza medica. Sebbene l’isolamento sia una misura necessaria per contenere la diffusione dell’infezione, in alcuni casi può accentuare sensazioni di solitudine e disagio emotivo.

Trattamento e prevenzione

La prevenzione della scabbia si basa sull’adozione di corrette pratiche igieniche e sull’evitare il contatto diretto con persone infette. In caso di diagnosi, è fondamentale trattare non solo la persona colpita, ma anche i familiari conviventi e le persone con cui si sono avuti contatti stretti, per interrompere la catena di trasmissione.

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Il trattamento consiste nell’applicazione di specifici acaricidi topici su tutta la superficie corporea. In alcuni casi, può essere necessario ripetere il trattamento dopo alcuni giorni per eliminare eventuali larve sopravvissute. Esistono anche terapie orali, da utilizzare in particolari situazioni o su indicazione medica.

Tutta la biancheria, i vestiti, le lenzuola e gli asciugamani utilizzati nei giorni precedenti il trattamento devono essere isolati in sacchetti di plastica chiusi per almeno 72 ore e successivamente lavati separatamente in lavatrice a una temperatura non inferiore ai 60 gradi. Anche gli oggetti condivisi e le superfici utilizzate devono essere accuratamente igienizzati per prevenire nuove infezioni.

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